Astro nastro
Introduzione alla drammatica italiana
Chi non ha mai sognato di avere mille talenti come Bwarbie ballerina-cantante-astronauta? Sicuramente molti di voi. Gli stessi che da adulti si commuovono se riescono a tenere il telefono all’orecchio mentre lavano i piatti.
Questa costante situazione di rammarico misto gioia è ciò che coglie lo spirito di Eloisa, ogni volta che riesce ad infilare un testo grammaticalmente giusto nel centimetro di spazio che le lasciamo nelle vignette.
Eloisa! Tu sei stata l’ultimo componente ad aggiungersi al Team Euromonte.
Eh… perché? Potrei cominciare dicendo che siamo quasi vicine di casa e ci siamo trovate a frequentare le stesse scuole. Questo ci ha portato nel tempo a fare sempre più progetti assieme (per gli esami di illustrazione o tecnologia della carta, o quella strana volta del progetto con le mani… vabbè) e quindi a trovarci spesso per collaborare durante l’università.
Giada e Anna parlavano di Euromonte già da un bel po’ e, visto che lavoravamo bene insieme, mi hanno chiesto di partecipare. Non volevano che mi sentissi obbligata, ma alla fine mi ci sono sentita. Però ci ho creduto fin dall’inizio, eh! Anche quando non sapevo assolutamente niente. Adesso che so la storia, invece, le faccio dannare.
Perché hai deciso di lavorare ad Euromonte come letterista?
Ho una passione personale per la scrittura. Al liceo, mi offrivo sempre volontaria per compilare a mano qualsiasi documento. Mi piace vedere come le lettere escono sul foglio.
Forse per questo motivo mi vergogno tantissimo delle prime pagine de Gli Unni sulla Luna. Ho imparato a scrivere a schermo giusto per l’uscita dell’episodio… in tre giorni, come forse già saprete (e se non lo sapete, correte a leggere Meglio cent’anni da cinghiale che uno da forchetta).
Come funziona il tuo lavoro?
Intanto devo dire che sono autodidatta e che non so se il metodo che utilizzo sia corretto oppure no, inoltre inserirmi a lavoro già cominciato, con Anna e Giada che erano andate così avanti nella storia, mi ha rallentato molto nei primi tempi.
All’inizio è stato come… avete presente quando vi raccontano un film nei minimi dettagli e ve lo immaginate tutto e poi lo vedete di persona e sembra tutt’altra cosa? Ecco: prendevo in mano dei testi e mi chiedevo Cosa sto vedendo?! Non perché fossero brutti, solo molto, molto, strani… con dialoghi che sarebbero bellissimi se fossero detti a voce, ma che scritti perdono di efficacia. Ho sofferto così tanto e non sapevo mai cosa potevo cambiare o no, per non stravolgere troppo l’idea iniziale. Quindi facevo delle correzioni di senso o di grammatica, e poi scrivevo i testi e li riadattavo per mandare a capo le frasi giuste, in modo da riuscire ad inserirle nei baloon; spesso mi ritrovavo con sequenze sumere di parole chilometriche.
Stop.
Adesso invece sono editor a tutti gli effetti e ci troviamo per rifare insieme i testi prima di ogni sequenza, anche se in realtà non va sempre bene … come la frase della pesca dei cigni che (corretta) suonava tipo:
Senti io non ho capito niente, ma facciamo così / ripetmi l’ultima frase così almeno me la segno e la dico che faccio ridere il tipo della pesca dei cigni così mi fa gli sconti.

Quali sono secondo te i problemi ancora da risolvere?
Assolutamente lo spazio nelle vignette, che in alcuni casi è ancora inesistente, e stabilire la dimensione migliore per il testo perché venga letto agevolmente sugli schermi senza uscire dallo spazio della pagina. In realtà, abbiamo già risolto alcune cose, come l’aggiunta di un riquadro rosso nelle immagini per limitare la fine della pagina e non farmi scrivere i baloon sulle parti di disegno che poi andavano tagliate.
Ma una cosa che mi perseguita sono le onomatopee, dovrebbero integrarsi di più con il disegno e mi rendo conto che ancora ci sono pagine dove funzionano poco.